Al Maker Faire 2018 idee per un’economia innovativa e visionaria

di Fosco Taccini

Uno dei temi principali della rassegna romana di quest’anno è stata l’economia circolare. Infatti, sull’eccellenze in grado di adottare soluzioni efficienti con risorse limitate sono stati presentati e annunciati molti progetti: dalla trasformazione della canapa in bioplastica per le stampanti 3D alla realizzazione di prodotti farmaceutici dagli insetti passando per soluzioni innovative per l’irrigazione nei Paesi africani e riutilizzo di materiali di scarto provenienti dalle energie rinnovabili. Per impiegare concretamente l’economia circolare, dunque, bisogna avere un’idea chiara e progettata dei processi di produzione e dei servizi da realizzare. Poiché il recupero e il riutilizzo diventano parte integrante dei processi, insieme a tutte quelle misure volte a una riduzione dei costi di produzione. È proprio in quest’ottica che i maker possono dare il meglio di loro stessi: infatti, questi artigiani digitali sanno lavorare in rete (per scambiare informazioni, consigli e progetti) e (ri)utilizzare nel modo migliore strumentazioni a basso costo o addirittura obsolete.

Bisogna aver ben chiaro che ambiente, occupazione, economia e contesto sociale sono gli ingredienti di base dell’economia circolare. Sarebbe meraviglioso, quindi, far appassionare sempre più ricercatori, designer, imprenditori, studenti e insegnanti a questa forma di economia che offre vantaggi diffusi in termini di competitività, innovazione e risparmio economico. Molto è stato fatto nella nostra zona grazie anche ai corsi dei progetti ‘Laboratorio Ambiente’ e ‘Air Selfcontrol’, ma possiamo dire che si tratta di una prima fase di un percorso più ampio per tentare di rompere la catena imposta dalla prima Rivoluzione industriale (quella: produci, consuma, dismetti) e per liberare la creatività e trovare nuove soluzioni a più livelli.

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